Il nuovo romanzo di Barbara Bolzan, La Corte editore, in uscita esclusiva al Salone del libro di Torino. Un thriller avvincente...
TRAMA:
Il 5 aprile 2004,
un commando mette a segno una spettacolare rapina alla banca di
Stavanger, in Norvegia. Il 24 agosto 2004, dal Museo Munch di Oslo
vengono sottratti i dipinti L'Urlo
e Madonna.
Due fatti apparentemente non correlati, ma che trascineranno il
lettore in una vertigine di intrighi, pericoli e misteri, portandolo
nel cuore del mercato nero, dell'arte e della musica.
Quando i dipinti
scompaiono, infatti, lasciando dietro di sé una scia di morte, Agata
Vidacovich, coinvolta nel traffico d’arte, tenterà di venire a
capo dell'intricata vicenda, mettendo a dura prova le proprie
certezze.
Sposata con un
pianista di fama internazionale che ha ormai rinunciato alla propria
carriera e al quale ha sempre mentito riguardo alla propria vera
vita, Agata si ritroverà costantemente sul filo del rasoio,
costretta a mettere a repentaglio tutto quello che ha di più caro
per venire a capo di questo mistero.
Dove sono finiti i
quadri?
Un thriller
avvincente, che si snoda tra Milano, Oslo e Trieste e che tiene il
lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
BIOGRAFIA:
Barbara
Bolzan nasce nel 1980 in provincia di Milano.
Pur
non abbandonando mai il suo primo amore per la recitazione, durante
l’adolescenza si avvicina al mondo della scrittura e comincia a
partecipare con successo a premi letterari nazionali e
internazionali.
Pubblica
il primo volume di narrativa nel 2004, con la prefazione del
Professor Ezio Raimondi (Accademico dei Lincei e docente di
Italianistica all’Università di Bologna): un excursus
medico-narrativo sulle problematiche adolescenziali associate
all’epilessia (AICE, Bologna, 2004).
Nel
2006, in seguito alla vittoria del Premio Internazionale Interrete,
pubblica Il
sasso nello stagno,
un romanzo sul difficile rapporto padre-figlia, nel quale la
narrativa procede parallelamente agli studi linguistici e filologici
(Prospettiva Editrice, Roma, 2006).
Rya
- La figlia di Temarin
esce nel 2014 (Butterfly Edizioni, Correggio). Figlio della sua
passione per la storia e per la manipolazione della realtà, questo
romanzo storico-fantasy costituisce il primo volume della saga che
prende il nome dalla sua protagonista (La saga di Rya).
Di
recente pubblicazione, L’età
più bella
(Butterfly Edizioni, Correggio, 2014) riprende in chiave nuova i temi
già affrontati in Sulle
Scale.
Con
Il
furto dei Munch,
già finalista al prestigioso premio Alabarda d’oro - Città di
Trieste 2010 e presentato nel 2012 nel corso della serata conclusiva
del Festival di Sanremo, all’interno della rassegna Casa Sanremo
Writers, arte e musica si fondono col genere giallo.
Ha
tenuto corsi di scrittura creativa nei licei e, attualmente,
collabora come editor e illustratrice con diverse realtà editoriali.
ESTRATTO SPECIALE:
EPILOGO
Oslo,
2 settembre 2006
Quando Max
morì, già un’altra persona aveva perso la vita, ma nessuno
ritenne che i due decessi fossero in qualche modo correlati.
Arne
Klungland era un poliziotto. Stava facendo il proprio dovere quando
fu raggiunto dalla pallottola.
Era il 5
aprile del 2004. Alla banca di Stavanger, una città a sud della
Norvegia, il commando di David Toska stava effettuando quella che fu
definita la spettacolare rapina Nokas, nel corso della quale
furono sottratti dieci milioni di dollari.
Max morì
il 13 febbraio del 2006.
Anche lui
stava facendo il proprio dovere. In un appartamento della periferia
milanese, sorvegliava una donna del valore di dodici milioni di euro.
Qualcuno si
adoperò affinché questo particolare non trapelasse, e la sua morte
fu definita un incidente.
Allo stato
attuale dei fatti, ciò che l’Organizzazione sa o pensa non mi
importa, né mi importa ciò che sa o pensa Iver Berg, l’Ispettore
che aveva preso in mano le indagini.
Dopotutto,
quale che sia la verità, a ventiquattro mesi esatti dalla scomparsa,
una donna è stata ritrovata. È nuda dal busto in su. È sfregiata e
sfigurata.
Malgrado
ciò, è bellissima.
Lei è
bellissima.
Prima che
tu lo dica:
sì, hai
letto bene. Si tratta dell’incipit.
Sì, lo so
perfettamente che l’epilogo si pone alla fine del libro.
Sì, lo so
che dovrebbe quanto meno esserci prima un prologo.
Allora:
perché cominciare un romanzo dall’epilogo?
Il libro è
la domanda.
Il libro è
la risposta.
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