lunedì 3 dicembre 2012

Concorsi a pagamento (quello che la gente dimentica...)

Oggi ragionavo su una cosa. Una cosa che spesso la gente dimentica. Perché la gente si lamenta dei concorsi letterari a pagamento? Quelli per intenderci dove c'è una quota di 5-25 euro da pagare per poter partecipare con i propri libri o scritti? Tutti massacrano questi concorsi, non ne vogliono neppure sentire parlare... ma ma... se ci pensiamo bene nessuna azienda dà qualcosa in maniera completamente gratuita. Pensiamo a Unieuro, ultimamente gira la loro pubblicità: Vuoi ottenere buoni da 30 a 100 euro o anche di più? Dal giorno X al giorno Y acquista da noi qualsiasi oggetto elettronico (che sia una macchina fotografica, un cellulare, una tv ecc.) e nella settimana dopo ottieni un bonus a seconda della spesa fatta (un bonus che per intenderci funziona solo se tu acquisti altro...). Dunque, di regalato e basta non c'è niente. Pensiamo alle offerte vodafone, wind e tim... anche lì se vuoi parlare "gratis" devi spendere una quota mensile o settimanale... E ora pensiamo in grande, alle varie aziende che ci circondano. Pampers. Vuoi che tuo figlio vada in TV? Compra il pacco di pampers, quello bello grande che costa più di 20 euro e manda la foto di tuo figlio... Oppure ancora: Vuoi vincere una tovaglia grazie alle merendine Kinder? Servono "solo" 40 punti... che in parole "povere" significa acquistare per 40 volte un pacchetto di merendine che costa sicuramente più di 2 euro. E i punti della coop allora? Più spendi e più sconti avrai a fine anno... Questi sono solo alcuni esempi di concorsi a pagamento, ma in realtà tutto il funzionamento di una società è basato su questo. L'economia è un dare e avere. Quindi perché la gente si lamenta del settore che va peggio in Italia? Perché si lamenta dei concorsi a pagamento degli editori quando tutto, ogni cosa funziona così? Sembra che agli scrittori tutto sia dovuto, soprattutto se emergenti, senza un nome noto alle spalle e soprattutto se alle prime armi. Ripeto, l'economia di tutto il mondo è un dare e un avere. Ma si vede che qui in Italia ci piace solo avere... Del resto, è per questo che molte aziende si rifiutano di pagare le fatture agli altri (es. le librerie nei confronti degli editori ecc.) ed è anche per questo che i politici di oggi non danno più niente al popolo. Siamo tutti egoisti, pensiamo a noi, senza pensare a qualcosa che è più grande di noi. Stiamo cercando di far fallire aziende solo perché siamo invidiosi, perché non sopportiamo che qualcuno abbia più di noi, quando non è proprio così, visto che ad un'azienda un operaio costa quasi quanto guadagna (quindi doppio costo per l'azienda) e visto che è sempre l'azienda a pagare le tasse maggiori, anche sul non venduto (quindi si deve inventare i soldi anche quando non li ha!). Quindi, per favore: non lamentiamoci di qualcosa che stiamo facendo a noi.