Una domenica qualunque.
Per molti sarà stato al mare, per altri in piscina, per altri ancora ci sarà stato il dolce far niente. Per me invece no. Oh, credetemi, vorrei saperlo fare "il dolce far niente", ma io non riesco proprio a stare ferma senza far niente... anche quando "non faccio niente" in realtà sto pensando al mio lavoro! Non è una ossessione, la mia. Il fatto è che fare l'editore è davvero complicato, la concorrenza è spietata e io devo stare sempre in carreggiata. Dopo due mesi che non mettevo piede fuori casa se non per lavoro, ho dedicato una giornata alle amiche. E anche lì non ero rilassata come tutti a prendere il sole o a fare un tuffo in piscina, ero un po' sulle spine, piena di preoccupazioni. Non mi ricordo più quanto tempo è passato da quando ho vissuto un giorno totalmente per i fatti miei, senza che il lavoro interferisse e senza che le preoccupazioni mi facessero compagnia per tutto il giorno. Molti ritengono che fare l'editore sia esaltante, divertente, che essere direttori o a capo di qualcosa in realtà sia un posto privilegiato... mentre purtroppo non è così, perché chi è a capo di qualcosa ha il doppio di lavoro da fare, ha più preoccupazioni, e deve farsi in quattro per far sì che tutto vada a buon fine con i mille problemi che ci stanno dietro. A volte vorrei vedere crescere il mio nipotino senza avere un occhio sempre al pc e mezza testa protesa al lavoro. A volte vorrei solo godermi il nipotino e non pensare a nient'altro, fare come tutti i ragazzi della mia età che escono ogni week end e non stanno chiusi in casa a lavorare fino a notte inoltrata. Ma io non posso. Io custodisco un grande sogno. Il sogno di essere una brava editrice e di far sognare - assieme a me - tante altre persone, che scrivono ed emozionano con le loro parole. Io non posso. Perché arrendersi non esiste nel mio vocabolario.
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