lunedì 18 agosto 2025

Intervista a Gian Luca Bravetti - autore di A.A.F. TOSCANA - Anti Alien Facility





1) Ciao, Gian Luca, e benvenuto! Per iniziare, ti va di raccontarci qualcosa di te? Chi sei al di là del libro e com'è nata la tua passione per la scrittura?


Grazie per avermi invitato! Professionalmente, mi occupo di programmazione nel settore dell'automazione industriale. Parallelamente, c'è sempre stata in me una forte spinta creativa: fin da giovane, ho sentito il desiderio di dare voce alle storie e ai personaggi che immaginavo. Ho sperimentato diversi canali, con una particolare predilezione per lo sviluppo di videogiochi, per esprimere questa mia vena narrativa. Recentemente, mi sono dedicato alla scrittura, trovandola il mezzo ideale per concretizzare le mie visioni e condividerle con un pubblico appassionato.


2) Da dove nasce l’idea di ambientare un’invasione aliena proprio in Toscana?


Grazie per la domanda! Quando ho iniziato a scrivere, era chiaro che il romanzo dovesse avere un'ambientazione italiana. Sebbene avessi considerato l'Emilia-Romagna, la mia regione d'origine, non ero del tutto convinto. Avevo bisogno di un luogo non solo riconoscibile a livello nazionale, ma che avesse una risonanza globale. Tra le innumerevoli città italiane famose, ho realizzato che c'è una sola regione la cui fama è davvero universale: la Toscana. Personalmente, la apprezzo immensamente per le sue tradizioni culinarie, il suo patrimonio artistico e la calorosa accoglienza delle sue persone. Insomma, la decisione è stata semplice e naturale, un vero e proprio atto d'amore verso quella regione.


3) Quanto c’è della tua esperienza personale o della realtà attuale nei personaggi principali?


Ho fatto una scelta precisa: nessuno dei miei personaggi principali mi rispecchia interamente. Il mio obiettivo era dare vita a figure autonome, con le proprie luci e ombre, che potessero esistere indipendentemente da me. Per gli appassionati del genere, in particolare di fantascienza videoludica, ho disseminato numerosi easter egg, riconoscibili nei nomi, soprannomi o in dinamiche specifiche. Un tema che mi sta particolarmente a cuore è la profondità personale e professionale di ogni singolo militare. Troppo spesso si tende a dimenticare che dietro l'uniforme e il contesto bellico, ogni individuo ha la propria vita, i propri legami e una storia unica. Ho voluto dare spazio a questa dimensione umana, spesso trascurata, per mostrare la complessità di chi indossa una divisa.





4) Quale personaggio ti ha sorpreso di più durante la scrittura?


La scrittura è stata un viaggio inaspettato, e tutti i personaggi si sono evoluti, talvolta in modi che non avevo previsto, spingendomi a modificare alcune dinamiche narrative. Il caso più eclatante è stato quello di Lisa, detta Pepe. La sua evoluzione è stata una vera sorpresa: si è come liberata dalla mia visione originale, plasmando la propria identità capitolo dopo capitolo. Questa sua “autonomia” ha avuto un effetto domino, richiedendomi di ripensare e riadattare anche altre parti della storia. È stato un affascinante processo in cui il personaggio ha rivendicato la propria voce.


5) Se dovessi descrivere la tua storia in tre parole chiave, quali sarebbero?


“Sopravvivenza” perché l'intera vicenda nasce da un trauma collettivo: l'invasione aliena che devasta la Terra. Da quel momento, ogni scelta, ogni gesto dei protagonisti ruota intorno al bisogno di resistere, adattarsi e prepararsi al ritorno del nemico. I personaggi non sono eroi infallibili, ma sopravvissuti segnati dalla perdita, dalla paura e dalla determinazione.

“Mistero” perché non si tratta solo di una guerra contro una razza aliena. Il cuore narrativo del romanzo è carico di segreti: chi sono davvero gli alieni? Perché se ne sono andati? Cosa nasconde il comando delle A.A.F.? Cosa si cela nel passato dei protagonisti? 

“Umanità” perché nonostante l’ambientazione fantascientifica e l’azione militare, al centro del romanzo c’è il conflitto interiore, la capacità di reagire al trauma, di distinguere ciò che è giusto da ciò che è utile, e di trovare senso in un mondo devastato. L’umanità si riflette nelle scelte difficili, nelle paure inconfessabili e nella forza di continuare a credere in qualcosa, anche quando tutto sembra perduto.




6) C’è un autore o un’opera che ti ha ispirato nella costruzione di questo libro?


Assolutamente sì! La mia ispirazione principale viene da Leonardo Patrignani e dal suo “Multiversum”. Quel libro è stato una vera rivelazione per me. Era la prima volta che leggevo un'opera di fantascienza con un'ambientazione prevalentemente italiana, e mi ha dimostrato in modo inequivocabile che il nostro paese, nonostante le percezioni comuni, è un terreno fertile e affascinante anche per le narrazioni di genere fantascientifico.


7) Quale scena ti ha emozionato di più mentre la scrivevi?


Senza alcun dubbio, la scena che chiude il romanzo. Ricordo vividamente di essermi commosso mentre scrivevo le ultime righe. Non saprò mai dire con certezza se quella commozione fosse dettata dalla toccante intensità della scena finale, dall'emozione profonda di aver completato il mio primo romanzo, o da una combinazione di entrambe le sensazioni.


8) Come hai vissuto l’esperienza di autopubblicazione su Amazon e cosa ti ha sorpreso di più dopo l’uscita del romanzo?


Anche se 'A.A.F. Toscana' segna il mio debutto nel romanzo, ho già una buona esperienza con l'autopubblicazione su Amazon, avendo pubblicato in precedenza diversi compendi e libri per bambini. Trovo la piattaforma incredibilmente intuitiva e con un potenziale di visibilità enorme. D'altro canto, sono ben cosciente della sfida: senza un'adeguata strategia promozionale, qualsiasi opera rischia di annegare nell'oceano di pubblicazioni disponibili.


9) C’è qualcosa che hai scoperto di te stesso scrivendo questo romanzo?


Scrivere il mio romanzo mi ha insegnato che le idee iniziali, per quanto numerose e ben strutturate, raramente arrivano intatte fino alla fine. Spesso, le evoluzioni più riuscite della trama o dei personaggi emergono proprio mentre si cerca un raccordo tra un'idea e l'altra, durante il processo di scrittura. Ho compreso che il modo migliore per dare vita a una storia non è sempre pianificarla rigidamente in anticipo, ma piuttosto lasciar fluire liberamente la propria creatività durante la scrittura.


10) Hai già in mente un seguito per A.A.F. Toscana? Ci puoi anticipare qualcosa sul futuro della saga?


Assolutamente sì, il seguito è già nei miei pensieri e le idee per svilupparlo sono già parecchie. Mi auguro vivamente che il romanzo riceva un riscontro positivo dagli appassionati, così da poter riprendere questa saga il prima possibile. Senza svelare troppo, posso anticipare che nel secondo volume un personaggio, che nel primo ha avuto un ruolo marginale, diventerà centrale e decisivo, intorno a cui ruoterà l'intera trama.



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martedì 12 agosto 2025

A.A.F. TOSCANA - Anti Alien Facility: Romanzo di fantascienza militare post-apocalittica con invasione aliena e misteri nascosti di Gian Luca Bravetti

 



«La rabbia da sola non basta. Serve anche speranza, serve un motivo per credere che tutto questo abbia un senso».


In un’Italia alternativa, devastata da un’invasione aliena brutale e silenziosa, il mondo che conoscevamo è scomparso. Le città sono cenere, la civiltà è ridotta a brandelli. L’unica speranza di sopravvivenza è affidata a centri militari chiamati A.A.F. – Anti Alien Facility. La struttura in Toscana è una delle ultime roccaforti rimaste, dove un gruppo di soldati, logorati dalla perdita e dall’attesa, si prepara al possibile ritorno degli alieni.

Il cuore della storia si svolge proprio lì, dove incontriamo un gruppo di protagonisti diversissimi tra loro, accomunati da un destino comune: sopravvivere e proteggere ciò che resta. C’è chi combatte con le armi, chi con la scienza, chi con la propria coscienza.

Il romanzo si muove tra scene di azione frenetica, dialoghi carichi di tensione e mistero: chi sono davvero gli alieni? Perché sono spariti? E cosa nasconde il generale ART, figura enigmatica e inquietante che domina le decisioni con un pugno di ferro?  


«Aveva scelto di entrare nella AAF non solo per combattere gli alieni, ma per combattere il proprio fallimento. Il fallimento di non essere stato un uomo quando serviva».


Accanto all’azione, trovano spazio momenti di introspezione e dilemmi etici. I personaggi non combattono solo nemici esterni, ma anche le proprie ferite, il senso di colpa, la paura. I momenti di introspezione si alternano a scene adrenaliniche.


«Un dubbio, a volte, può essere più potente di una certezza».


Uno degli aspetti più riusciti è il dubbio morale che permea l’intera storia: e se il nemico non fosse chi pensavamo? Se fossimo noi, gli invasori?


«E se fosse stato solo un’esplorazione? E se quello non fosse un attacco, ma un messaggio? Oppure… un avvertimento?»


Non mancano le atmosfere alla Alien, con laboratori, esperimenti segreti e verità sepolte che emergono poco a poco, fino a sfiorare il tema dell’identità, della manipolazione e del libero arbitrio. Ma è soprattutto il lato umano a colpire: le relazioni, i traumi, i tentativi di ricominciare.


«La criminale era morta sotto le bombe aliene. Poteva rinascere».


A.A.F. Toscana – Anti Alien Facility è un romanzo che unisce azione, mistero e riflessione. Si legge con facilità grazie a una scrittura diretta e visiva, con dialoghi credibili e un buon equilibrio tra ritmo e profondità.

Chi ama la fantascienza distopica che non si limita a mostrare tecnologia e battaglie, ma scava nella coscienza dell’essere umano, troverà qui una lettura coinvolgente e piena di sorprese.



A che tipo di lettore è adatto?

Agli appassionati di fantascienza militare e post-apocalittica, specialmente chi ama le storie di resistenza armata, invasioni aliene e scenari distopici. A lettori giovani adulti (dai 16 anni in su) che apprezzano romanzi carichi di ritmo, tensione e dinamiche di squadra, con un pizzico di introspezione e mistero.



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